Agricoltura biologica e formazione per lo sviluppo rurale della Colombia

Agricoltura biologica e formazione per lo sviluppo rurale della Colombia

DRET-II: Un programma di sviluppo rurale con approccio territoriale

Pubblicato: 13 aprile 2023 | Internazionale

L'Università di Bologna da quest’anno avvia una collaborazione che potrebbe rappresentare un punto di svolta storico nello sviluppo rurale di vaste aree del Sudamerica, in particolare attraverso un progetto di cooperazione con la Colombia, uno dei principali Paesi Sudamericani che attualmente esporta in Europa soprattutto caffè di qualità pregiata, cacao e frutta tropicale. Il Programma di Sviluppo Rurale con un Approccio Territoriale (DRET II), finanziato dall'Unione Europea, dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO), a cui l’Università di Bologna partecipa da inizio 2023, sta sviluppando un progetto di assistenza tecnica specializzata e programmi di formazione accademica in Colombia in merito alle produzioni agroalimentari da agricoltura biologica, lavorando sui diversi aspetti tecnici e normativi, allo scopo di contribuire allo sviluppo rurale del Paese e al benessere dei produttori e dei consumatori europei.

La delegazione di esperti del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari dell’ateneo bolognese ha svolto la prima missione in Colombia all'inizio di marzo, con lo scopo di tracciare la ‘linea di base’ in termini di capacità ed esigenze del settore agricolo e ambientale, al fine di progettare una strategia di supporto tecnico e trasferimento di conoscenze, principalmente in merito a modelli di agricoltura biologica e sostenibile. Allo stesso modo, si è previsto di affrontare importanti tematiche agroalimentari, inerenti la produzione e la trasformazione di alimenti in filiere radicate nel contesto colombiano ma che in futuro potrebbero essere dotate di certificazioni specifiche, rispettando gli standard europei, per prodotti da agricoltura biologica o a denominazione di origine, filiere in cui l'Italia (e l’Emilia Romagna in particolare), rappresenta uno dei leader mondiali, nonché un esempio virtuoso riconosciuto a livello internazionale.

Durante la visita in Colombia, la delegazione dell’Università di Bologna ha incontrato il presidente dell'Agenzia per lo sviluppo rurale (ADR) e diversi funzionari del Ministero dell'Agricoltura colombiano, che hanno espresso l'interesse del governo nazionale a rinnovare la regolamentazione dell'agricoltura biologica. Attualmente il Paese ha solo 90 mila ettari di superficie agricola certificata biologica, secondo la Federazione dei produttori biologici della Colombia (Fedeorganics); questa quota rappresenta meno dell'1% della superficie coltivata del Paese. Confrontando i dati con altri paesi sudamericani come l'Argentina, dove ci sono più di 3 milioni di ettari di colture biologiche, la necessità di aumentare le superfici biologiche è evidente, considerando anche le attuali tendenze della domanda di prodotti alimentari in Unione Europea, sempre più attenta alla salubrità e alla sostenibilità delle filiere produttive. Inoltre, in un contesto più ampio, la transizione “ecologica” dei sistemi agroalimentari offre ancora maggiori opportunità di sviluppo economico, produttivo e commerciale nel quadro del Green Deal europeo, che privilegia i sistemi agricoli e produttivi che preservano l'ambiente e mitigano i cambiamenti climatici, oltre ad altri impatti ambientali.


Per il processo di riforma delle normative del settore biologico, il programma DRET II e l'Università di Bologna formeranno un team di esperti italiani e colombiani che individueranno possibili equivalenze nelle normative colombiane ed europee.

La delegazione dell'Università di Bologna ha visitato il dipartimento di Huila, uno dei dipartimenti della Colombia che risulta un punto di riferimento nel sistema agroalimentare nazionale, in quanto più vocato alle attività agricole e maggiormente impegnato sul tema di aumento delle superfici biologiche. Infatti, attraverso il Governo Regionale di Huila e il Ministero dell'Agricoltura, sono già state sostenute iniziative di economia circolare, uso delle risorse e agricoltura sostenibile.

Nell’ambito dell'istruzione, il progetto stabilirà accordi e favorirà scambi di conoscenze tra università italiane, SENA (Servicio Nacional de Aprendizaje) e università colombiane. Dal
progetto in corso scaturiranno attività di formazione relative all’agricoltura biologica, alla gestione del post-raccolta, della trasformazione e del confezionamento dei prodotti alimentari, all’organizzazione delle filiere, come seminari e corsi di formazione rivolti a studenti e tecnici del settore, ma anche ai funzionari tecnici dei ministeri dell'Agricoltura e dell'Ambiente, nonché alle segreterie dei Dipartimenti Regionali. Per queste ragioni, la delegazione dell'Università di Bologna, insieme ai coordinatori del programma DRET II, ha incontrato i rappresentanti di SENA, Università Nazionale (Universidad Nacional de Colombia), Uniagraria (Fundación Universitaria Agraria de Colombia), Uniminuto e Università Surcolombiana.

Considerando che il progetto è in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, la FAO, come ente partner del Programma DRET II, ha incontrato la delegazione di esperti italiani per condividere il lavoro che è in corso nel Paese sulla tematica dell’agroecologia, al fine di costruire un piano di lavoro completo, che tenga conto dei modelli di agricoltura contadina, familiare e partecipativa, insieme alle esperienze delle comunità rurali e delle organizzazioni di settore.

Questo processo di cooperazione e scambio appena avviato includerà presto una esperienza di scambio con l'Italia, nell'ambito della Fiera Macfrut 2023, a cui parteciperanno funzionari del Ministero delle Politiche Agricole Colombiane e rappresentanti del settore agricolo colombiano; tale contesto sarà anche l’occasione per effettuare visite presso realtà agroalimentari/industriali della regione Emilia Romagna particolarmente interessanti per il contesto colombiano.

L’obiettivo generale delle diverse missioni di scambio consiste quindi nello sviluppo di approcci condivisi per la gestione della biodiversità, l'innovazione del settore agroalimentare attraverso l’impiego di tecnologie sostenibili e la diversificazione delle produzioni come strategia di resilienza contro i cambiamenti climatici, con apporti che giungeranno da parte di entrambi i Paesi, in un approccio di cooperazione partecipativo.