Biodiversamente Castagno
Linee guida per la preservazione e valorizzazione della biodiversità del Castagno in Emilia-Romagna
Delibera di Giunta del 21 dicembre 2016 nr. 2376
Focus Area: 4A - Salvaguarda, ripristino e miglioramento della biodiversità delle piante
Tipo di operazione: 16.1.01 – Gruppi operativi del partenariato europeo per l’innovazione: “produttività e sostenibilità dell’agricoltura”
ID domanda: 5015570
Finanziamento ricevuto: € 54.144€
Obiettivi e Finalità:
Diverse sono le problematiche che negli ultimi decenni affliggono la castanicoltura Italiana e nella fattispecie quella dell’Appennino Tosco-Emiliano. La presenza di parassiti, il ripetersi di eventi meteorologici sfavorevoli e la scelta di cambiare specie coltivate sono la matrice comune che ha, con l’andare del tempo, portato all’abbandono colturale del castagno in queste zone (Lucchi et al 2016). Ciò sta portando progressivamente alla perdita di varietà locali, frutto di una tradizione millenaria, con conseguente “erosione” di un patrimonio colturale, culturale, paesaggistico e genetico importante. È quindi di fondamentale importanza preservare la biodiversità degli ecotipi presenti in queste zone in considerazione anche del fatto che potrebbero rappresentare la base di partenza per futuri programmi di selezione utili al rilancio della castagna come prodotto fresco o utilizzare a fini industriali (farine).
Il castagno europeo (Castanea sativa Mill.) evidenzia un’elevata variabilità, probabilmente dovuta al vasto areale e all’adattamento alle varie situazioni geo-pedoclimatiche in cui vegeta. Anche in Emilia-Romagna il Castagno vegeta in diverse condizioni geo-pedo-climatiche (es. suoli formatisi sulle arenarie della Formazione del Macigno; suoli formatisi su flish calcareo marnosi, etc.).
Sono scarse le informazioni genetiche documentate sulle varietà di castagno presenti nel territorio regionale e per preservare il vasto patrimonio castanicolo esistente da un’ulteriore erosione genetica, è necessario individuare “protocolli d’azione” volti a discriminare, identificare e classificare le cultivar che nel corso dei millenni di coltivazione si possono essere differenziate. Il GOI prevede quindi di impostare, definire e condividere “linee guida volte allo studio, alla preservazione e alla valorizzazione della biodiversità del Castagno” applicando tecniche di studio del germoplasma anche in connessione con diverse situazioni pedoclimatiche.
Risultati attesi:
L’obiettivo del GOI è quello di poter affrontare e impostare uno studio collettivo condiviso dalla comunità scientifica e dai produttori castanicoli per conoscere la variabilità genetica del germoplasma di castagno. I risultati del lavoro collegiale organizzato in funzione delle varie competenze sono volte a:
- Caratterizzare il germoplasma del castagno;
- Prelevare dai campi collezione disponibili in Emilia Romagna (Granaglione e Zocca), il cui permesso e stato concesso dai gestori con apposite lettere allegate, le varietà a rischio di erosione presenti e innestarle presso le 2 aziende agricole partner effettive che ne diverranno custodi; si prevedono circa 10 piante per azienda;
- Studiare, in alcuni siti geo-pedologicamente differenti e opportunamente selezionati tra quelli da cui si preleva materiale genetico, il suolo e la sua biodiversità tramite appositi indici quali l’indice di qualità biologica (QBS) e indice di fertilità biologica del suolo (IBF);
- Impostare, definire e condividere “linee guida volte allo studio, alla preservazione e alla valorizzazione della biodiversità del Castagno”;
- Far conoscere a un pubblico ampio i valori del castagneto da frutto (piano di divulgazione).
Referente Scientifico: Luca Dondini