Collezione Entomologica Guido Grandi
Guido Grandi fonda, nel 1926, l’Istituto di Entomologia presso l’Università di Bologna e da subito imprime un forte impulso alla collezione di insetti.
A differenza di quello che era un pensiero comune in ambito accademico, che relegava le collezioni ad attività amatoriale non consone a un Istituto di ricerca universitario, Grandi considerava che una collezione ben strutturata e organizzata potesse acquisire un alto valore sia didattico che scientifico. Per questo, lui per primo, con l’aiuto dei colleghi dell’Istituto, raccolse nel tempo tantissimo materiale che il bravo tecnico conservatore Cavalier Dante Faggioli preparava, sistemava e ordinava con grande cura.
Molto belle, ad esempio, sono le larve di lepidotteri ripulite dagli organi interni e, mediante una tecnica di precisione basata su strumenti artigianali prodotti per l’occasione, gonfiate con aria calda. Sempre Dante Faggioli è di grande aiuto quando, nel 1943, Grandi, sotto la minaccia dei bombardamenti della guerra, decide la mobilitazione dei beni dell’Istituto, collezione compresa. In un primo tempo la collezione viene trasferita in una villa affittata dalla stessa Università a circa 15 km da Bologna. In novembre però, a seguito di altre vicende sempre legate alla guerra, viene spostata in una sala del Castello Boncompagni a Vignola (MO), dove sarà in seguito unita alla importante collezione di formiche di Carlo Menozzi. Dopo la liberazione e alcuni lavori di ristrutturazione, nell’inverno 1945-46, a tre anni dall’inizio dell’esilio, la collezione, fortunatamente incolume, rientrerà nella sede dell’Istituto in via Filippo Re, dove rimarrà fino allo spostamento, a seguito del trasferimento dell’intera Facoltà di Agraria, nella attuale sede di viale Fanin.
La collezione entomologica Guido Grandi si compone di circa 4000 scatole entomologiche. La maggior parte delle scatole costituisce la “collezione tassonomica”, cassette contenenti diverse specie ordinate con criterio sistematico, frutto del contributo di moltissimi entomologi di tutto il mondo e del lavoro degli studiosi che si sono succeduti presso l’Istituto. All’interno di questa parte della collezione vi sono diversi “olotipi” (l’esemplare usato dall'autore per descrivere per la prima volta una specie), di grandissimo valore scientifico. Parte di questa collezione proviene anche da scambi che Guido Grandi effettuava con altri importanti studiosi, come per esempio Mario Bezzi per la collezione di Ditteri.
In particolare, sono presenti le seguenti scatole entomologiche, suddivise per i diversi Ordini di Insetti:
· 15 Odonata
· 4 Blattoidea
· 2 Phasmoidea
· 26 Dermaptera
· 2 Mantoidea
· 40 Orthoptera
· 102 Hemiptera
· 36 Neuroptera
· 3 Trichoptera
· 4 Mecoptera
· 292 Lepidoptera
· 299 Diptera
· 461 Coleoptera
· 619 Hymenoptera
All’interno dell’ordine Hymenoptera si trovano le 110 scatole che costituiscono la preziosa collezione “Menozzi” di formiche.
Carlo Menozzi era un mirmecologo sistematico di fama internazionale che girò per il mondo alla ricerca di formiche per arricchire la sua raccolta, descrivendo molte specie nuove; la collezione “Menozzi” contiene diversi olotipi ed esemplari esotici di formiche. A queste scatole se ne aggiungono 57 di Imenotteri Apoidei e Vespoidei provenienti da diverse parti del mondo e contenenti reperti di grande valore scientifico, raccolti da Don Bruno Bonelli, appassionato studioso di entomologia e grande amico di Guido Grandi, da cui ha acquisì la passione per l’entomologia. Da citare sono anche le collezioni di Coleotteri, Ditteri Tachinidi, Neurotteri ed Efemerotteri cresciute per l’attività di studiosi come Adolfo Falzoni, Giuseppe Leoni, Egidio Mellini, Marta Grandi, e la recente acquisizione di molte scatole di Ditteri Sirfidi di Giovanni Burgio, catalogati e aggiornati da Daniele Sommaggio (2010).
Hoverflies in the “Guido Grandi Collection” of DiSTA, University of Bologna
Nel recente passato una parte della collezione tassonomica era stata trasferita presso il Servizio Fitopatologico della Regione Emilia-Romagna, i cui tecnici avevano contribuito alla sua formazione. Nel 2019, a seguito di un accordo tra Regione e Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari, a cui fa oggi capo la collezione, le due parti sono state riunite e molte altre scatole acquisite.
Alla “collezione tassonomica” si aggiungono 294 “scatole biologiche”, nelle quali sono conservati insetti di interesse agrario e forestale, ma anche le parti danneggiate della pianta ospite (“il danno”) e i nemici naturali (predatori o parassitoidi), che insieme forniscono la biologia dell’organismo di interesse. Queste scatole, grazie alla grande perizia e alle conoscenze tecniche dei preparatori, sono di grande valore storico ed estetico, oltre che tecnico-scientifico, e sono state molto utilizzate nel passato per scopi didattici. Sono poi presenti 70 scatole che riguardano gli insetti di diverse biocenosi, ad esempio quelli che si trovano su specie vegetali come erba medica, canapa, mais, ecc.
Dieci sono le scatole di “mirmecofili”, insetti che vivono in simbiosi con le formiche, e altre 40, molto belle, che illustrano le diverse forme e colori degli insetti. A tutte queste si aggiungono 117 scatole di Imenotteri Aculeati messe in opera dallo stesso Grandi durante le sue ricerche pubblicate nel volume 25 del 1961 del “Bollettino dell'Istituto di Entomologia” della Università degli Studi di Bologna (“Studi di un entomologo sugli Imenotteri superiori”).
Sono poi presenti molte specie di insetti conservati in alcol: di particolare interesse è una collezione di Imenotteri Agaonidi impollinatori dei fichi, raccolti da Grandi durante i suoi studi. Questa collezione è una delle più importanti del mondo su questi insetti.
In totale la collezione “Guido Grandi” presenta oltre 51.000 esemplari, appartenenti approssimativamente a 3.000 diverse specie di insetti.
Completano la collezione, molte tavole didattiche illustrate a colori, veri e propri reperti museali di elevato valore artistico. Queste tavole sono state utilizzate nelle lezioni di entomologia fino alla metà degli anni ’80 e risultano di grande importanza scientifica a tutt’oggi. Anche le tavole possono essere considerate come una vera e propria banca dati storica che testimonia e racconta il valore dell’entomologia nel tempo.