BUSCOB, bifidobatteri per un nuovo futuro

BUSCOB, bifidobatteri per un nuovo futuro

La BUSCOB è la collezione di bifidobatteri di Ateneo con sede al DISTAL, nel Laboratorio di Microbiologia agroambientale e degli alimenti. È una biobanca che ospita oltre 10mila batteri.

Pubblicato: 18 luglio 2024 | In Ateneo

La BUSCOB (Bologna University Scardovi Collection of Bifidobacteria) è la collezione di bifidobatteri di Ateneo con sede nel Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari, all’interno del Laboratorio di Microbiologia agroambientale e degli alimenti. È una biobanca che custodisce oltre 10mila batteri, di cui 9mila appartenenti al genere Bifidobacterium.

 

È unica al mondo la collezione custodita al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari, perché è la sola a preservare un numero elevato di bifidobatteri, microrganismi probiotici particolarmente interessanti per le applicazioni nell’uomo e negli animali.

A partire dal 1965, anno della nascita della collezione a Bologna sono, infatti, circa novemila i ceppi identificati in base alla presenza di un marker tassonomico, l’enzima fruttosio-6 fosfochetolasi, specifico di questo gruppo di batteri. Negli ultimi anni l’identificazione tassonomica è stata confermata per circa tremila ceppi, mediante tecniche molecolari di recente applicazione. Il professor Vittorio Scardovi iniziò a studiare i bifidobatteri insieme ai lactobacilli, come professore di Microbiologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di  Piacenza. Con il suo arrivo all’Università di Bologna portò con sé i ceppi di  bifidobatteri che aveva isolato fino ad allora. Con grande lungimiranza, il Professore aveva descritto ogni singolo ceppo della “sua  collezione”  attraverso l’uso di schede identificative, compilate a mano o dattiloscritte. Le schede erano poi arricchite da molte foto, preziose testimonianze storiche, che lui stesso scattava al microscopio ottico nel suo studio e poi sviluppava e stampava all’interno di una camera oscura che aveva allestito nel laboratorio di Microbiologia. Queste schede sono ancora oggi un’ importante fonte di studio e di ricerca.

Dal ’65 al ’95 Scardovi ed il suo gruppo di ricerca, del quale faceva parte anche il Prof. Bruno Biavati, scoprirono ed identificarono 19 nuove specie di bifidobatteri, mentre dal 2014 ad oggi, il gruppo che porta avanti la sua eredità né ha descritte ben 27; attualmente le specie conosciute di bifidobatteri sono 117 di cui 46 isolate e descritte al DISTAL.

Dal 2000 ad oggi Monica Modesto e Paola Mattarelli hanno arricchito e si sono prese cura della collezione, ereditando passione e metodo dal professor Scardovi prima e dal professor Bruno Biavati successivamente.

“Sono stata allieva del professor Scardovi e lui mi ha insegnato tutto. Il nostro gruppo ha maturato una grande esperienza nell’identificazione tassonomica.  Oggi costituiamo un punto di riferimento nella comunità scientifica: siamo stati infatti nuovamente incaricati di scrivere il capitolo dedicato ai bifidobatteri del Bergey's Manual of Systematic Bacteriology, un caposaldo della letteratura di riferimento per i microbiologi. Inoltre, sia io che Monica siamo membri del sottocomitato per la tassonomia di bifidobatteri, lattobacilli e microrganismi correlati, in inglese ICSP – Subcommittee on taxonomy of Bifidobacterium, Lactobacillus and related organisms, un organo che si occupa di redigere le linee guida per l’identificazione e la caratterizzazione e di risolvere le problematiche tassonomiche legate alla ricerca applicata e allo sfruttamento industriale.

Dal  professore abbiamo inoltre acquisito il metodo con cui conserviamo i batteri della collezione, mantenendone inalterate vitalità e proprietà negli anni. Grazie alla tecnica della liofilizzazione possiamo  assicurare ai ceppi una sopravvivenza di circa 40 anni. Periodicamente i batteri vengono comunque  ‘rinfrescati’ e controllati, per testarne la qualità” racconta Paola Mattarelli.

 Nella biobanca BUSCOB sono presenti risorse importanti sia “viventi” (i ceppi batterici) sia “storiche” (il materiale fotografico relativo a numerosi ceppi coltivati in diverse condizioni e monitorati a diversi tempi). Il mantenimento, la valorizzazione e la divulgazione di questi materiali richiedono un lavoro impegnativo e costante che dovrebbe essere preso in carico quando si concluderà il percorso che porterà alla realizzazione di un’unica collezione di Ateneo che riunirà tutte le collezioni microbiche conservate non solo al DISTAL ma anche in altri dipartimenti dell’Università di Bologna. Sebbene la collezione di Ateneo BUCC (Bologna University Culture Collection) sia di recente creazione, è già stata presentata per l'iscrizione alla Joint Research unit MIRRI-IT, l'infrastruttura dedicata alle biobanche italiane.

 Ad oggi la BUSCOB è parte della World Federation for Culture Collections (WFCC) e, a seguito di questa affiliazione, è stata iscritta alla European Culture Collections’ Organisation (ECCO): questo passaggio ha portato alla realizzazione di un sito web dedicato affinché la collezione sia a disposizione della comunità scientifica ed anche dei privati a seguito di sottoscrizione di un accordo sull’utilizzo dei ceppi per soli scopi scientifici. Nel caso in cui sia manifestato l’interesse ad un uso commerciale dei ceppi, deve essere siglato un accordo secondo il regolamento di Ateneo.

I bifidobatteri sono microrganismi molto importanti sia per l’uomo che per gli animali e si trovano principalmente nel microbiota intestinale, soprattutto dei neonati poiché acquisiti dalla madre con una precoce colonizzazione soprattutto se allattati al seno.

 “Ciò che oggi sappiamo dei bifidobatteri è che la loro presenza è strettamente correlata alla salute dell’organismo ospite. Sono state evidenziate attività benefiche verso l’ospite in primati umani e non-umani ed in tutti gli altri mammiferi oltre ad uccelli ed insetti, soprattutto api; i bifidobatteri svolgono un ruolo importante nella protezione da infezioni gastrointestinali e nella prevenzione di disbiosi intestinali”, spiega Monica Modesto.