Il Progetto S3O raggiunge il suo epilogo
Il progetto “Smart, Specialized, Sustainable Orchard – S3O”, finanziato dal programma POR-FESR 2014-2020 della Regione Emilia Romagna, chiuderà i battenti in febbraio 2022, dopo due anni e mezzo circa di attività. Il progetto si chiuderà con un evento presso il DISTAL, in programma per il 10 Febbraio 2022, in cui verranno presentati tutti i risultati delle ricerche condotte lungo 2 stagioni produttive – al 100% durante la pandemia – che hanno dato risultati oltremodo soddisfacenti.
Il progetto ha realizzato il dimostratore di un ‘frutteto per la transizione ecologica’, combinando tecnologie già disponibili commercialmente in una configurazione che esalta la sostenibilità della frutticoltura, pur se l’ultima parola, quella relativa alla convenienza economica di soluzioni di questo tipo, verrà svelata dagli economisti guidati dal prof. Bertazzoli solo all’ultimo.
Dal punto di vista tecnico, il dimostratore ha dato evidenza, in due anni e per due varietà di grande importanza economica (Gala e PinkLady), che si può ridurre del 50% l’apporto irriguo senza penalizzazioni produttive, ed anzi aumentando il profilo qualitativo dei frutti. Ciò è reso possibile da una combinazione di 3 sistemi di protezione del frutteto (antigrandine, antipioggia, antiinsetto) che permette anche di ridurre di circa il 50% l’intensità luminosa che incide sulle chiome. Questo ridotto carico energetico – che non riduce la fotosintesi – diminuisce la richiesta evaporativa delle foglie, che si scaldano meno e riducono così il fabbisogno di acqua per termoregolarsi.
A fianco di questa innovazione, il progetto ha anche messo in opera e testato un sistema statico di aspersione delle chiome, che è stato usato per distribuire fitofarmaci, a difesa dalla ticchiolatura, la principale avversità fungina del melo. La copertura delle foglie con questo sistema è apparsa sufficiente e, accoppiata con la minor bagnatura delle chiome permessa dalle coperture antipioggia, appare già equivalente agli interventi con atomizzatore. Poichè il sistema può essere azionato in modalità automatica, è da prevedere che in futuro, migliorando la tempestività dell’applicazione rispetto all’infezione, esso permetterà un controllo ottimale, auspicabilmente permettendo di abbassare i dosaggi.
Il progetto mira ad una elettrificazione completa della frutticoltura, per cui è stato sviluppato, fino ad un TRL di 7/8, un veicolo a guida autonoma, in grado di lasciare il proprio ricovero, seguire un tragitto fino al frutteto, operare nello stesso (finora con trinciaerba e atomizzatore), e rientrare a lavoro finito, o in caso di esaurimento delle batterie, che attualmente hanno la durata di 5 ore di lavoro. Un altro team di ingegneri ha infine messo a punto sistemi avanzati di gestione della carica elettrica, per massimizzare il numero di cicli di carica-scarica delle batterie stesse. Il rover può anche agire come piattaforma sensoriale, in modalità scouting di caratteristiche agronomiche del frutteto. È previsto che il rover raggiunga un’autonomia elettrica sufficiente ad azionare anche gli attrezzi portati, cosa che oggi avviene ancora tramite un piccolo motore a scoppio alla cui presa di forza vengono collegati gli attrezzi.
Il progetto è stato visitato da numerosi operatori del settore nel corso di due Open Day (nel 2020 e 21), è stato presentato in due eventi R2B ed al MacFrut. Al termine della fase operativa, è prevista la preparazione e sottomissione di un elevato numero di contributi scientifici.