Progetto 4CE-MED

Progetto 4CE-MED

Agricoltura conservativa nel bacino del Mediterraneo per fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico Responsabile: Prof. Andrea Monti

Pubblicato: 21 ottobre 2020 | Innovazione e ricerca

Il nuovo progetto europeo 4CE-MED punta a promuovere lo sviluppo di sistemi agricoli conservativi nell’areale Mediterraneo. Gli studiosi lavoreranno a strategie agronomiche per introdurre la coltivazione della camelina, una cover crop che può offrire vantaggi sia ambientali che economici per gli agricoltori.

L’Università di Bologna, con il Dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari, è alla guida di questo progetto coordinato dal Professor Andrea Monti e pensato per promuovere l’agricoltura conservativa nel bacino del Mediterraneo.

Finanziato nell’ambito del programma PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area) di Horizon 2020, 4CE-MED avrà durata di 42 mesi, coinvolgendo un gruppo di ricercatori di 11 diverse istituzioni di 4 paesi europei (Italia, Spagna, Francia e Grecia) e 3 extraeuropei (Marocco, Tunisia e Algeria). L’obiettivo è mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico e migliorare, al tempo stesso, il reddito delle piccole aziende agricole.

Il team di 4CE-MED punta a diffondere sistemi agricoli conservativi nel rispetto delle risorse naturali. I ricercatori – con il supporto di stakeholder locali – saranno impegnati su strategie agronomiche per introdurre la coltivazione di una nuova specie, la camelina (Camelina sativa), i cui semi sono ricchi di olio di alta qualità dal residuo proteico molto interessante per l’industria zootecnica.

Insieme all’Università di Bologna, il progetto coinvolge partner europei ed extraeuropei: CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Italia), Cooperativas Agro-alimentarias de Espana - Spanish Coops (Spagna), INI – Iniciativas Innovadoras (Spagna), CCE – Camelina Company Espana (Spagna), INRAA – Institut National de la Recherche Agronomique d'Algerie (Algeria), ARVALIS – Institut du Vegetal (Francia), CRES – Centre for Renewable Energy Sources and Saving (Grecia) e Bios Agrosystems (Grecia), ICARDA – International Center for Agricultural Research in the Dry Areas (Marocco) e INRAT – Institut National de la Recherche Agronomique de Tunisie (Tunisia).