La Collezione entomologica Guido Grandi, oltre 51mila gli esemplari raccolti nel tempo

La Collezione entomologica Guido Grandi, oltre 51mila gli esemplari raccolti nel tempo

Conservata in vari armadi all'interno del Distal, è in gran parte di tipo tassonomico e di grande rilievo scientifico. È visitabile su appuntamento

Pubblicato: 24 luglio 2024 | In Ateneo

È una collezione antica quella creata da Guido Grandi, nata contemporaneamente alla fondazione del Regio  Istituto di Entomologia nel 1926, che comprendeva fin dall’inizio insetti raccolti già a fine Ottocento e forse anche prima.  Oggi conta oltre 51mila esemplari, che in molti casi provenivano da altre collezioni private di entomologi appassionati, che Grandi ereditò conferendo all’entomologia, con i suoi studi, lo spessore scientifico che oggi possiede.

 La collezione, oggi conservata in vari armadi all’interno del Distal, è in gran parte di tipo tassonomico, e cioè è costituita da cassette contenenti ciascuna diverse specie affini, ordinate con criterio sistematico  dalle forma “meno evolute” a quelle “più evolute”. Si arricchisce, poi, di numerose “scatole biologiche”, nelle quali trovano alloggio insetti di interesse agrario in varie fasi del  proprio ciclo di vita. Queste scatole sono utilizzate a scopi prevalentemente didattici. Di recente, poi, alla collezione si sono aggiunti gli insetti custoditi dal Servizio fitopatologico regionale, prevalentemente di interesse agrario. 

 “La collezione tassonomica ha una grande importanza scientifica perché contiene molti cosiddetti ‘olotipi’, ovvero l’ individuo di una determinata specie in base al quale è stata descritta per la prima volta la specie stessa a livello mondiale; l'insetto standard, insomma. La nostra collezione ne contiene diversi esemplari e per questo motivo ha un notevole rilievo sul piano internazionale”, spiega Giovanni Giorgio Bazzocchi, responsabile della collezione.

Negli anni è capitato che entomologi slegati dal mondo accademico abbiano donato all’Ateneo la loro collezione privata, come è accaduto ad esempio nel caso di Carlo Menozzi, studioso di formiche che ha ceduto i suoi esemplari contribuendo, insieme ad altri personaggi come lui, a far crescere la collezione custodita dal Distal.

Oltre alla sezione tassonomica, il patrimonio risalente a Guido Grandi è costituito da un’altra sezione della stessa collezione, la collezione cosiddetta “biologica”, molto interessante dal punto di vista didattico perché conserva tutto il ciclo vitale di un determinato insetto, la sua biologia e la sua ecologia: “Nel caso della collezione biologica, di un medesimo esemplare vengono conservati l’adulto maschio e l’adulto femmina, i vari stati precedenti, come le larve delle diverse età e le pupe, ma anche, ad esempio, il nemico naturale di questo insetto e la pianta su cui mangia: insomma, si tratta di una fotografia ‘vivente’ di uno specifico insetto che lo descrive sotto vari punti di vista, quelli propri e quelli legati al contesto in cui vive”, racconta ancora Bazzocchi.

 Questa sezione della collezione, oltre ad essere importante per la didattica, è anche esteticamente molto bella, poiché custodisce esemplari interessanti, spesso di grandi dimensioni.

 “La sua particolarità è data anche dal fatto che più tecnici del dipartimento negli anni se ne sono occupati, ognuno con le proprie passioni e competenze. In passato, ad esempio, Dante Faggioli, un tecnico dell’Istituto di Entomologia, si era specializzato nel “soffiare” le larve: un’operazione che permetteva di conservarle senza che andassero in putrefazione. La larva, infatti, ha tessuti molli che, se spillati come si fa normalmente con gli insetti dall’esoscheletro duro, come gli adulti dei coleotteri, per conservarli, marcirebbero.  Questo collega era molto abile nell’eseguire una serie di operazioni, che – grazie all’utilizzo di un macchinario da lui stesso inventato - permettevano di conservare l’involucro esterno della larva, affinché mantenesse i suoi colori originari”, spiega Bazzocchi.

 Completano la collezione tavole, poster e stampe talvolta dipinte a mano che venivano utilizzate in passato per fare lezione, come si fa oggi con le slide. Alcune di queste tavole erano state dipinte dal fratello di Guido Grandi, Alfredo, che dipingeva usando lo pseudonimo “Garzia Fioresi”.

 La collezione può essere visitata facendone richiesta. I tecnici stanno anche lavorando alla sua digitalizzazione, compito non facile dato che i nomi degli insetti cambiano spesso, perché, man mano che le conoscenze evolvono, gli scienziati tassonomisti si accorgano che un determinato esemplare assomigli più ad una specie diversa da quella alla quale lo si era associato. E allora il nome viene modificato, e ciò comporta anche la mutazione della sua collocazione tassonomica.

 “Il lavoro di digitalizzazione necessita di molte risorse, di tempo e di incessante dedizione ma  sarebbe interessante portarlo a compimento”, fa sapere Bazzocchi.

 

 

 

Alcune immagini

Collezione entomologica Guido Grandi

Collezione entomologica Guido Grandi

Collezione entomologica Guido Grandi

Collezione entomologica Guido Grandi

Collezione entomologica Guido Grandi

Collezione entomologica Guido Grandi

Collezione entomologica Guido Grandi

Collezione entomologica Guido Grandi

Collezione entomologica Guido Grandi

Collezione entomologica Guido Grandi